sabato 20 agosto 2011

GMG 2011

Prima GMG a cui non sono presente dal 1997. Prima che vedo da casa dopo Manila 1995.
Stessa sensazione. Nel 1995 vidi i servizi al telegiornale, e pensai che sarebbe stato bello partecipare. Oggi penso che sarebbe ugualmente bello, anche sotto la pioggia.

Vederla da fuori è una sensazione diversa. Si vede - almeno per quel che si percepisce da qui - un "cambio di generazione". I numeri relativamente piccoli di Sydney, per via delle difficoltà logistiche di raggiungere l'Australia,  separano di sei anni questa GMG dall'ultima "di massa", Colonia 2005. Un tempo necessario e sufficiente per un cambio di Papa, e di giovani. 

Mi è piaciuto l'invito a prendere "in considerazione seriamente la meta della santità", durante la festa di accoglienza dei giovani. Ci dicono di essere ambiziosi sul lavoro, nello sport, in tutto se si vuole arrivare: perché non nella vita spirituale?

Mi è piaciuta, durante la veglia in corso, la domanda di una ragazza non battezzata al Papa. Certo mi chiedo - come mi chiedevo altre volte - chi scrive queste domande "dei giovani" e soprattutto quando il Papa risponde... probabilmente la risposta è nel suo Magistero in generale, ma allora potremmo anche abolire il momento simbolico delle domande.

Non avevo mai percepito le manifestazioni contro il Papa o la GMG, arrivavano solo alcuni echi quando si era "dentro" l'evento. Perché stavolta ci sono manifestazioni più forti? O perché eravamo più impegnati? Non lo so...

Scrivo durante mentre a Madrid è in corso l'adorazione eucaristica. Mi è spiaciuto non sentire il discorso di Benedetto XVI, che è un gran catechista. Spero che ci sia lo stesso raccoglimento che c'era a Sydney per questo momento, introdotto da Benedetto XVI. A Sydney il silenzio era impressionante. La TV dice che anche a Madrid c'è "silenzio adorante", ma finché non sento il parere di chi c'era mi terrò il ragionevole dubbio.

Più in generale: le GMG servono? Sì. Sono come i semi gettati dal seminatore della parabola.
"Una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono". Tanti giovani presenti torneranno a casa come sono partiti, assorbiti come sono dal mondo che manda messaggi diversi da quelli del Papa, come se nulla fosse successo.
"Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì". Alcuni giovani torneranno davvero carichi di entusiasmo, ma una volta tornati a casa, vedranno man mano spegnersi questo seme, bruciati dal sole cocente della routine.
"Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto". Altri giovani ancora vedranno la loro fede, germogliata ed arricchita, soffocata dalle sofferenze, dalle spine della vita, dal male del mondo.
"Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno". Ma qualcuno, ci sarà una parte dei giovani che crescerà nella fede, e la GMG darà il centuplo quaggiù.
E allora, anche per un risultato numericamente povero, forse che un seminatore come Benedetto XVI non dovrebbe spargere il suo seme? 

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