La libertà va meritata, va guadagnata e chi la chiede e la esige - singoli, partiti e popoli - deve mostrare di saperla usare, di essere maturo, altrimenti si prepara fatalmente catene più pesanti di quelle da cui si voleva liberare.
In vista del 25 aprile ho letto i Quaderni del Ribelle, i piccoli saggi che accompagnavano il giornale partigiano delle Fiamme Verdi.
Credo di averlo già scritto, perché dopo qualche anno mi ripeto: mi ha sempre colpito, durante la mia visita al museo della Resistenza in via Tasso a Roma, la stanza della stampa clandestina. Dove si trovavano, insieme alle notizie, agli appelli, alle denunce, anche editoriali che pensavano la società di domani, propugnando un sistema piuttosto che un altro.
In questo filone si inseriscono i Quaderni. Che per alcuni versi risentono della temperie - anche culturale e religiosa - in cui furono scritti (nei riferimenti a Dio e alla legge naturale, a un certo tomismo che era l'insegnamento principale delle scuole cattoliche), ma che per altri versi sono attualissimi.
Attualissimo è il richiamo alla responsabilità nella libertà, una responsabilità liberamente scelta da persone ad essa educate.
Vaste programme, per citare De Gaulle...
Nessun commento:
Posta un commento