E' arrivata la sentenza della Corte Costituzionale sull'autonomia differenziata, che in pratica la svuota.
Non ho dubbi che la legge fosse scritta male, eppure qui pare proprio che il problema sia il concetto stesso di autonomia. Cito da qui:
la Corte ha escluso che le più rilevanti delle 23 materie teoricamente
trasferibili alle regioni possano effettivamente essere oggetto dei
negoziati per l’autonomia differenziata
A me pare che questo equivalga a sconfessare la costituzionalità stessa
dell'articolo che prevede di poter delegare alle regioni forme ulteriori
di autonomia su queste materie. Articolo scritto nel 2001 e mai attuato. Come se avessimo un (piccolo) pezzo di Costituzione incostituzionale...
La Corte Costituzionale in Italia è il vero potere ultimo, finale, inappellabile, più ancora del capo dello Stato. Ogni nazione ha organi di questo tipo, potremmo dire "di ultima istanza", è normale e sono necessari.
La Corte italiana decide - esprimo un parere personale - stando attenta alla lettera tecnica delle questioni ma anche all'opportunità politica. Per esempio, quando decenni fa ci fu un contrasto tra Ciampi e il guardasigilli Castelli sulla grazia a Ovidio Bompressi la Corte sentenziò dando ragione al presidente, e mettendo nero su bianco che la grazia è una prerogativa esclusivamente presidenziale. Io credo che non si valutò solo il principio, ma il caso specifico in cui il "buono" era Ciampi e il "cattivo" Castelli, che si opponeva a una grazia sensata.
Non ho dubbi che però se il presidente ne abusasse ci sarebbe qualche ricorso e, chissà, magari la Corte, interpretando lo "spirito" della Costituzione più che la lettera, sentenzierebbe contro l'abuso, a costo di smentire sé stessa dopo vent'anni.
Anche in altri ambiti a me pare che la Corte abbia preso decisioni molto "ampie", anche in direzioni diverse: in senso conservatore quando bocciò il referendum sulla cannabis, in senso progressista su alcune questioni etiche. Decisioni frutti di interpretazioni non certo letterali della Costituzione, che non parla di questi temi.
Questo è un rischio, perché può succedere quel che è successo in America sull'aborto: quando la Corte cambia atteggiamento - non intendo orientamento politico, proprio atteggiamento "tecnico", prestando più attenzione alla lettera della Carta e meno all'interpretazione - si rischia che le cose possano cambiare anche radicalmente.
Tornando al merito, recupero un po' la memoria sulla questione dell'autonomia differenziata, aiutato anche dal professor Mario Gorlani di cui ho sentito un intervento in materia qualche tempo fa.
E' un tema su cui la legge si addentrava in terra incognita, non c'era nessun criterio su cosa si potesse fare e cosa no.
Ci
fu una fase in cui si pensava addirittura che l'autonomia si potesse
fare senza una legge quadro ma solo con accordi bilaterali tra Roma e le
singole regioni, tanto che il governo Gentiloni aveva firmato i primi accordi. Poi qualcuno nella legislatura successiva aveva pensato che fosse il caso almeno di coinvolgere il Parlamento...
Siamo
passati da un governo Gentiloni che pensava di poter fare tutto in
quattro e quattr'otto a una legge che già rinviava alle calende greche (per via della questione dei LEA da stabilire) per finire con una sentenza che stabilisce che sostanzialmente si può fare poco o
nulla, ponendo dubbi sulla fondatezza costituzionale di quel comma
inserito nella riforma del 2001.
Nel mentre, proprio in questi giorni arrivano notizie dalla Sicilia su strani mezzi di trasporto e sull'audace scontistica per chi vuol fare le vacanze di Natale nell'isola.
La sovrapposizione di temi naturalmente è casuale, ma capite che la sensazione di impotenza di fronte a questi eventuali sprechi è acuita dalla coincidenza.
Questa sensazione di impotenza è un altro sintomo di quel senso di "blocco" di cui parlavo la scorsa settimana, la sensazione di essere intrappolati in un sistema rigido di regole e vincoli che impedisce ogni scossone percepito come "liberatorio". A torto o a ragione: non credo che tutte le pulsioni verso gli scossoni siano salutari. Ma così facendo, se ogni tentativo di cambiamenti strutturali viene frustrato, cresce la voglia dell'uomo forte e la stanchezza verso i pesi e contrappesi.
Non ho idea di come il sistema democratico potrà evolvere per preservarsi e al tempo stesso rispondere alle richieste di gran parte della cittadinanza.