mercoledì 12 febbraio 2025

Don Ciotti e i fermenti anni '60

Tra le molte cose che ha detto don Luigi Ciotti sabato scorso nell'incontro in teatro, ha fatto anche riferimento al gruppo Abele, in cui è impegnato da 60 anni.
Cioè dal 1965, quando aveva 20 anni.

La comunità di Sant'egidio è del 1968, con Andrea Riccardi.

Nello stesso anno mosse i primi passi la Comunità Papa Giovanni XXIII di don Benzi.

Enzo Bianchi fonda Bose nel 1965.

Quello dell'immediato post Concilio fu davvero un periodo di grandi fermenti. Non mi pare che più di recente siano nate esperienze così forti e durature.
Ogni epoca ha la sua modalità di espressione evangelica. Nei decenni seguenti a quell'epoca ci fu anche il fiorire dei movimenti.

Chissò qual è la modalità di espressione evangelica di quest'epoca.

martedì 11 febbraio 2025

Maria (Callas, s'intende)

Domenica ho visto Maria, il film sugli ultimi giorni di Maria Callas.

Sono rimasto piuttosto deluso. In parte è colpa mia, non ero informato sull’impostazione del film che andavo a vedere. L’unica informazione preventiva che avevo era il ricordo di lunghissimi applausi alla presentazione a Venezia e grandi lodi alla recitazione di Angelina Jolie, anche se alla fine la Coppa Volpi andò a Nicole Kidman. Mi aspettavo un film con più musica, molta più musica, e più a tutto tondo sulla carriera e la figura di Maria Callas.

Il film si concentra invece solo sui suoi ultimi giorni, pur narrando anche spezzoni di passato. La scelta è discutibile, la Callas “è” l’opera e la Callas non è nulla senza l’opera, ma legittima. Un po’ come fare un film su Enzo Ferrari senza le auto.

Faccio questa premessa per mettere le mani avanti: forse il mio giudizio negativo sul film è troppo influenzato da questo fatto, dalle aspettative sbagliate. E però a me pare che ci siano vari altri difetti. Il film è lento, capisco che non è un film d’azione ma  resta troppo lento, sembra quasi francese, per usare il tagliente commento di un vecchio cineasta…
Inoltre non è un film sulla vita della Callas, ma ciò nonostante dà troppo per scontati molti passaggi, ci sono troppi sottointesi, cose appena accennate che lo spettatore deve sapere da sé. Cosa è successo nella carriera della diva, la sua lotta col peso, chi è la madre, il rapporto “da diva” con il pubblico, persino chi è Aristotele Onassis e come si svilupperà la loro storia (e cosa c’entra Jackie), troppe cose si capiscono solo conoscendo la storia della Callas, perché il film accenna solo, ma non spiega, non racconta, non approfondisce  Però se uno spettatore conosce la Callas, allora si aspetta probabilmente di vedere più Callas, qualcosa di più sulla sua carriera e sull’opera in generale.

Belli alcuni momenti, come quando il coro (immaginario) canta il Trovatore davanti alla Torre Eiffel, e ottima l’interpretazione dei tre personaggi principali. La Jolie regge il film da sola, ma anche Favino e la Rohrwacher fanno il loro più che degnamente.

Sul casting femminile ho qualche dubbio. La produzione ha fatto un favorone alla Callas scegliendo Angelina Jolie per interpretarla, visto che lei era decisamente più brutta. Però questo fa sì che io non sia riuscito a vedere la Callas, ma abbia visto sempre la Jolie, quelle labbra sono inconfondibili.
Anche Alba Rohrwacher mi è parsa poco credibile come trucco, è troppo giovane per l’età che rappresenta. Curiosamente avevo già trovato lo stesso difetto ne L’amica geniale, in cui invece avevano provato a farla più giovane di quel che è, anche lì con risultati discutibili.

Voto finale: 5.

lunedì 10 febbraio 2025

Giorno del ricordo, in evitabile salsa locale

Quest’anno il Giorno del Ricordo è stato caratterizzato, a Ospitaletto, dalla polemica tra maggioranza e opposizione sulla conferenza organizzata dall’amministrazione, con la presenza dell’esule Aldo Duiella e di tal Roberto Gatta Zini in rappresentanza del Comitato 10 febbraio, una associazione che si occupa di promuovere iniziative per questa ricorrenza.

Il comunicato stampa della lista Insieme per Ospitaletto, senza nominarlo, se la prende con Gatta Zini. Con ottime ragioni, a sentire l’intervista rilasciata dieci giorni fa a E’LiveBrescia Tv. Anche l’associazione di cui è volto prominente, Brescia ai Bresciani, negli ultimi mesi si è resa protagonista di forti polemiche nella nostra città, con tanto di risposte e presidi da parte di associazioni antifasciste.

Il comunicato a mio parere invece sbaglia a prendersela con il Comitato 10 febbraio, che a giudicare dal sito è associazione magari “di parte” come ce ne sono tante ma apolitica e che fa un lavoro comunque meritorio nel promuovere una ricorrenza che dovrebbe essere abbastanza condivisa, anche secondo le parole del Presidente della Repubblica riportate anche dalla lista Insieme per Ospitaletto.

A questo proposito, è vero che anche dopo l'istituzione di questa Giornata permane una certa ritrosia ideologica, un certo stigma che etichetta questa commemorazione come una festa "dei fascisti". A me pare inopportuno invitare una persona dalla militanza così esplicita come Gatta Zini, proprio perché può nuocere alla maturazione della ricorrenza come momento condiviso e unitario, confermando invece quella brutta percezione di festa di parte. Tra l'altro non è nemmeno uno storico di professione, alla fine è un semplice appassionato dell'argomento, e come tale ne parla, quando invece una competenza storica professionale potrebbe forse aiutare a avere uno sguardo più completo sui tragici e complessi fatti riguardanti le genti giuliano-dalmate.

Liberissimo di farlo, naturalmente, ed è vero che ha già portato questo incontro in altri Comuni, e anche a scuola (si trovano le testimonianze in rete). Per quelle poche informazioni parziali che ho trovato, forse incomplete, erano Comuni di amministrazione leghista, ma tant'è.
I manifesti che ho trovato in rete riguardo queste iniziative risalgono a almeno due anni fa.

Secondo me anche lo stesso il Comitato 10 febbraio dovrebbe riflettere sul fatto se sia opportuno o meno, proprio nell'ottica di non ghettizzare la ricorrenza, inviare come proprio rappresentante una persona con questo profilo, che negli ultimi mesi è stata il volto di una formazione politica di destra contestata e divisiva.
Cosa che tra l'altro varrebbe per ogni associazione apartitica: è il caso di avere come "volto" un politico impegnato a livello provinciale con un partito? Magari due o tre anni fa la situazione era diversa, ma le cose cambiano, e anche la visibilità pubblica di certe posizioni diventa meno compatibile con una ricorrenza condivisa.
E come dovrebbe pensarci il Comitato, avrebbe potuto accorgersi del problema anche l'amministrazione comunale.

La quale ha comunque già dato prova di saper ricordare questi fatti in clima più condiviso, per esempio in occasione dell’intitolazione del parco Norma Cossetto e lo scorso anno con lo spettacolo di Sergio Mascherpa. Speriamo che l'anno prossimo torni a farlo.

* Nell'intervista Gatta Zini si esibisce in tutto il repertorio delle formazioni di ispirazione neofascista: “il fascismo è un fenomeno storico” (classica argomentazione che si usa per circoscrivere al passato il fascismo, dichiarando quindi quella categoria inapplicabile al presente) da cui però si può “attingere” qualcosa (ah sì?), i riferimenti culturali a Rauti, agli avanguardisti, a Marinetti, fino al “dico non dico” finale: "Ma alla fine siete fascisti, sì o no?" "Nessuna delle due".

lunedì 27 gennaio 2025

Conclave

Sono stato a vedere Conclave.

Un buon thriller, un po' lento in alcuni passaggi. L'elezione finale è telefonata, poi arriva il colpo di scena che a me "teologicamente" pare abbastanza ininfluente*, non è mica la papessa Giovanna.
Il soggetto è chiaramente costruito per solleticare un certo tipo di pubblico, ma ha una solida qualità filmica. Si fa vedere, e ogni dieci minuti aggiunge un colpo di scena.

Resta un thriller, con ampi passaggi inverosimili.
Che ci siano trattative, politica e pure colpi bassi in un conclave penso che lo possiamo dare per assodato.
Che si arrivi a comprare voti lo trovo veramente inverosimile, non perché non ci siano cardinali a cui piace il lusso, ma il lusso è una cosa, i soldi sul conto in banca un'altra, ma soprattutto trovo assolutamente inverosimile che un papabile si metta a contattare cardinali per corromperli: magari se ne conosce bene uno o due può rischiare, ma se appena ne trova uno su cui sbaglia valutazione si gioca completamente la faccia e l'elezione, è un rischio troppo grande.
E i documenti nascosti nella testiera del papa, ma figuriamoci... roba da James Bond. Io credo che il papa possa tranquillamente usare un cassetto, al più chiuso a chiave, senza che debba temere che le suore di turno si mettano a rovistare.
Anche il "cattivo" (uno dei...), il cardinal Toscani, è una macchietta, la summa mefistofelica del prete cattivo e retrogrado, con un Castellitto ottimamente calato nella parte dell'antipatico. Io penso che una posizione così, pubblicamente espressa in un conclave, non sia realistica, anche perché non converrebbe al cardinale in questione.

Il film ha portato alla nomination di Isabella Rossellini per l'Oscar come migliore attrice non protagonista. A me pare un ruolo veramente troppo ridotto per poter giudicare una interpretazione come straordinaria. Sapevo della nomination prima della visione, e a un certo punto sono arrivato a immaginare che fosse lei a tirare i fili di tutto, ad aver convocato la suora nigeriana, ad aver nascosto i documenti - magari falsi - nella stanza del papa, e mi aspettavo che saltasse fuori qualcosa. Invece niente, non è così, anche lei sparisce verso fine film. Di solito le nomination ad attori non protagonisti vanno a coprotagonisti, o antagonisti, o comunque personaggi importanti nel film. In Conclave ci sono almeno cinque personaggi più importanti di lei, tutti i cardinali in vista.

E c'è un'altra cosa che mi ha colpito su questi personaggi e questo cast: sono tutti anziani.
E' un film che si sarebbe potuto girare con attori solo sopra i sessant'anni, e non ci sarebbe stato niente di strano. Sarebbe stato più realistico di altre parti del film.

Questa è la riflessione che dovrebbe fare la chiesa: da sempre è una gerontocrazia. Ha senso questa cosa?
Poi, è vero, oltre che tutti anziani sono anche tutti uomini. Su questo argomento non mi inoltro, ci sono anche questioni teologiche in ballo (la differenza di genere comporta differenza di carismi e ruoli?). Non mi pare che la stessa cosa si possa dire per l'esclusione dei giovani.

* a quanto si capisce c'è una persona con apparato genitale maschile, cresciuto da uomo e che non ha mai desiderato cambiare il proprio sesso, che da analisi mediche incidentalmente scopre di avere degli organi interni femminili. Al di là del fatto che sia possibile o meno, che problema dovrebbe esserci? Magari abbiamo già avuto papi con forme di ermafroditismo non visibile, nei lunghi secoli in cui queste analisi non si potevano fare.

venerdì 13 dicembre 2024

La pareggite

Lo scrivo oggi, dopo la vittoria sul Manchester City più in crisi da lustri.
Ecco la tabella di marcia delle "migliori" Juventus della mia memoria.

Dopo 15 giornate:

Maifredi 27 punti (ricalcolando 3 punti a vittoria), quarto a -1 dalle tre capoliste
Ferrara 30 punti, terza a -5 dall'Inter
Delneri 27 punti, terza a -6 dal Milan
Motta 27 punti, sesta a -7 dall'Atalanta

Con questo cosa voglio dire? Nulla di particolare; ricordo dopo le vittorie roboanti con Como e Verona un po' troppi entusiasmi, ma anche Ferrara partì addirittura con quattro vittorie consecutive.

Temo che qualcuno si sia fatto prendere un po' la mano, complice l'euforia per l'esonero di Allegri, che aveva certamente finito un ciclo - da molto, da troppo - e non era più sopportato dall'ambiente.

Certo, questa stagione è stravolta dagli infortuni. Per ora vive di due momenti salienti, la rimonta di Lipsia e la vittoria di mercoledì col City.
Io sono blandamente scettico su Motta (mi pare che abbia qualche difficoltà a variare piano di gioco in corsa e pure lungo la stagione, e dopo che gli avversari gli prendono le misure poi le sue squadre faticano; sia lo Spezia che il Bologna calarono abbastanza vistosamente verso fine anno), ciò nonostante ritengo questa stagione completamente non giudicabile visti gli infortuni in una rosa già corta (è inutile girarci attorno, con Bremer o senza Bremer sono due squadre diverse) e in ogni caso gli concederei una seconda chance il prossimo anno, anche se non entrasse nelle prime quattro. Sperando che i posti in Champions siano cinque...

venerdì 6 dicembre 2024

Di autonomia, poteri incrociati, contrappesi. E di democrazia

E' arrivata la sentenza della Corte Costituzionale sull'autonomia differenziata, che in pratica la svuota.

Non ho dubbi che la legge fosse scritta male, eppure qui pare proprio che il problema sia il concetto stesso di autonomia. Cito da qui:

la Corte ha escluso che le più rilevanti delle 23 materie teoricamente trasferibili alle regioni possano effettivamente essere oggetto dei negoziati per l’autonomia differenziata

A me pare che questo equivalga a sconfessare la costituzionalità stessa dell'articolo che prevede di poter delegare alle regioni forme ulteriori di autonomia su queste materie. Articolo scritto nel 2001 e mai attuato. Come se avessimo un (piccolo) pezzo di Costituzione incostituzionale...

La Corte Costituzionale in Italia è il vero potere ultimo, finale, inappellabile, più ancora del capo dello Stato. Ogni nazione ha organi di questo tipo, potremmo dire "di ultima istanza", è normale e sono necessari.
La Corte italiana decide - esprimo un parere personale - stando attenta alla lettera tecnica delle questioni ma anche all'opportunità politica. Per esempio, quando decenni fa ci fu un contrasto tra Ciampi e il guardasigilli Castelli sulla grazia a Ovidio Bompressi la Corte sentenziò dando ragione al presidente, e mettendo nero su bianco che la grazia è una prerogativa esclusivamente presidenziale. Io credo che non si valutò solo il principio, ma il caso specifico in cui il "buono" era Ciampi e il "cattivo" Castelli, che si opponeva a una grazia sensata.
Non ho dubbi che però se il presidente ne abusasse ci sarebbe qualche ricorso e, chissà, magari la Corte, interpretando lo "spirito" della Costituzione più che la lettera, sentenzierebbe contro l'abuso, a costo di smentire sé stessa dopo vent'anni.

Anche in altri ambiti a me pare che la Corte abbia preso decisioni molto "ampie", anche in direzioni diverse: in senso conservatore quando bocciò il referendum sulla cannabis, in senso progressista su alcune questioni etiche. Decisioni frutti di interpretazioni non certo letterali della Costituzione, che non parla di questi temi.

Questo è un rischio, perché può succedere quel che è successo in America sull'aborto: quando la Corte cambia atteggiamento - non intendo orientamento politico, proprio atteggiamento "tecnico", prestando più attenzione alla lettera della Carta e meno all'interpretazione - si rischia che le cose possano cambiare anche radicalmente.

Tornando al merito, recupero un po' la memoria sulla questione dell'autonomia differenziata, aiutato anche dal professor Mario Gorlani di cui ho sentito un intervento in materia qualche tempo fa.
E' un tema su cui la legge si addentrava in terra incognita, non c'era nessun criterio su cosa si potesse fare e cosa no.
Ci fu una fase in cui si pensava addirittura che l'autonomia si potesse fare senza una legge quadro ma solo con accordi bilaterali tra Roma e le singole regioni, tanto che il governo Gentiloni aveva firmato i primi accordi. Poi qualcuno nella legislatura successiva aveva pensato che fosse il caso almeno di coinvolgere il Parlamento...

Siamo passati da un governo Gentiloni che pensava di poter fare tutto in quattro e quattr'otto a una legge che già rinviava alle calende greche (per via della questione dei LEA da stabilire) per finire con una sentenza che stabilisce che sostanzialmente si può fare poco o nulla, ponendo dubbi sulla fondatezza costituzionale di quel comma inserito nella riforma del 2001.

Nel mentre, proprio in questi giorni arrivano notizie dalla Sicilia su strani mezzi di trasporto e sull'audace scontistica per chi vuol fare le vacanze di Natale nell'isola.
La sovrapposizione di temi naturalmente è casuale, ma capite che la sensazione di impotenza di fronte a questi eventuali sprechi è acuita dalla coincidenza.

Questa sensazione di impotenza è un altro sintomo di quel senso di "blocco" di cui parlavo la scorsa settimana, la sensazione di essere intrappolati in un sistema rigido di regole e vincoli che impedisce ogni scossone percepito come "liberatorio". A torto o a ragione: non credo che tutte le pulsioni verso gli scossoni siano salutari. Ma così facendo, se ogni tentativo di cambiamenti strutturali viene frustrato, cresce la voglia dell'uomo forte e la stanchezza verso i pesi e contrappesi.

Non ho idea di come il sistema democratico potrà evolvere per preservarsi e al tempo stesso rispondere alle richieste di gran parte della cittadinanza.

martedì 26 novembre 2024

Trump, quindi

E' passato un bel po' ma non ho ancora metabolizzato il voto americano.

Ho letto varie analisi, anche interessanti, sulle cause di quel risultato. Marco Follini sulla Voce del popolo sintetizzava: la destra è brutta ma è vera, la sinistra è più aggraziata ma è finta. O almeno lo sembra.

Ma sono tutti tentativi di razionalizzare l'assurdo. Cioè, Trump. Non sto neanche a ripetere quanto sia patentemente, platealmente unfit. Come non lo è mai stato nessun governante del primo mondo (altro che Berlusconi e la famosa copertina dell'Economist).
Uno che tra lui e la gente che ha attorno non si nasconde nel dire cose eversive. Uno che è (era) indagato per motivi gravissimi, non personali (che al massimo si potrebbe dire: sono fatti suoi, magari governa bene) ma che riguardano le pubbliche istituzioni. Uno che sul rispetto delle stesse proclama le peggio cose, che le pensa a propria completa disposizione.

Mi è venuto un brutto pensiero: it's not a bug, it's a feature.

Accanto a un po' di elettori di varie motivazioni "normali" (tipo gente che ha sempre votato repubblicano), c'è una fascia per cui vincere, stare al potere, imporre le proprie idee o convinzioni "non è importante, è l'unica cosa che conta", per parafrasare un noto dirigente sportivo.

Occupare le istituzioni, i gangli, le corti, passare sopra i pesi e i contrappesi, passare sopra se serve anche ai risultati elettorali arrivando a negarli per costoro è auspicabile, per blindare la loro visione del Paese.
La mia parte e il suo prevalere come più importante del rispetto delle regole, della democrazia.
Qualche commentatore dice lo stesso per la destra sionista e religiosa israeliana: pur di avere un Israele grande e "puro" si possono mettere da parte se serve la democrazia e i diritti.
E in effetti Trump è quello della "mano libera" a Netanyahu, tutto si tiene.
Non dico che siano tutti così, eh, gli elettori trumpiani. Ma tanti, i MAGA, sì.

E in Europa?

Qui le idee si fanno più confuse. A occhio direi che no, noi non siamo su questa china così avanzata.
Però penso anche a quanto è volatile la situazione e il consenso. Leader che cavalcano l'onda per qualche mese o un paio d'anni e poi vengono sostituiti.

In Italia si sono progressivamente "incastrati" Renzi, il M5S, Salvini, vedremo la Meloni. Temo che dipenda dal fatto che siamo incagliati come sistema (Italia e Europa) e nessuno sopravvive alle proprie promesse - non inteso come promesse specifiche singole, in generale come promessa di essere quelli che sbloccheranno la situazione.

C'è da vedere chi verrà dopo questa serie di leader inconcludenti.
C'è uno spostamento a "destra" sempre più evidente dei desideri popolari su tanti temi, dall'immigrazione alle pensioni, ma le cose che vorrebbe il popolo (andare in pensione come negli anni '80, mandare gli immigrati in Albania o peggio) sono bloccate da tanti vincoli esterni, dal bilancio ai trattati.

E ho paura che il desiderio di vedere realizzate certe cose, rotta la "gabbia", porti anche qui a ritenere sacrificabili cose come lo stato di diritto. Quanto durerà, prima che una parte di elettorato ritenga il raggiungimento dei propri obiettivi prioritario rispetto al rispetto delle regole, anche quelle di base, come la separazione dei poteri o la trasparenza del processo elettorale?