E così l’esperienza di Motta sulla panchina della Juventus è finita in anticipo (ma pure un po’ in ritardo).
Personalmente
non ero stato troppo convinto dei peana entusiasti che si erano alzati a
inizio stagione, quando erano arrivate alcune vittorie precoci con
molti gol. Per mesi la stagione è stata sostenuta da quelle vittorie
iniziali sia in campionato (però con avversarie deboli) che in Champions
League (tra cui due veri jolly, l’impresa di Lipsia – contro una
squadra che però poi si è dimostrata debole – e quella con il City –
pur’esso nell’annata peggiore da lustri).
Però non sono stato
nemmeno troppo convinto delle stroncature recenti. Prima è arrivato il
periodo dei pareggi, ma la squadra era rimasta in linea di
galleggiamento in tutte le competizioni.
Di recente la squadra aveva smesso di subire rimonte ma aveva perso l'imbattibilità. L'eliminazione in coppa aveva fatto il paio con un filotto di vittorie in campionato, tra cui quella con l’Inter, e la brutta eliminazione in coppa Italia (foriera di contestazione dei tifosi) era arrivata nello stesso momento in cui la squadra ritrovava dopo mesi il quarto posto in campionato.
Una stagione contraddittoria, in cui era difficile distinguere il bicchiere mezzo vuoto da quello mezzo pieno. Le ultime due sconfitte hanno svuotato il bicchiere, ma la stagione non è ancora finita, ci sarebbe stato ancora tempo di riempirlo un poco.
Ci sono stato una miriade di infortuni, e – inutile negarlo – c’è una Juve con Bremer e una Juve senza Bremer, ben peggiore.
L’eliminazione di coppa fa male, ma è pur vero che in tutti gli ultimi anni, dal 2019 almeno, l’eliminazione europea è arrivata per mano di squadre di seconda fascia (in fila: Ajax, Lione, Porto, Villarreal, Benfica). Il livello della Juve in Europa è questo. Si sarebbe potuto certamente passare il turno, ma non si sarebbe certo fatta strada.
La media punti in campionato, prima delle due roboanti sconfitte con Atalanta e Fiorentina, era in linea con il quarto posto in tutte le stagioni recenti, e anche dopo queste partite la squadra restava secondo me la favorita per il quarto posto, considerando che il Bologna deve incontrare ancora Inter, Napoli e Atalanta mentre la Juve le ha già incontrate tutte e tre.
Di recente la squadra aveva smesso di subire rimonte ma aveva perso l'imbattibilità. L'eliminazione in coppa aveva fatto il paio con un filotto di vittorie in campionato, tra cui quella con l’Inter, e la brutta eliminazione in coppa Italia (foriera di contestazione dei tifosi) era arrivata nello stesso momento in cui la squadra ritrovava dopo mesi il quarto posto in campionato.
Una stagione contraddittoria, in cui era difficile distinguere il bicchiere mezzo vuoto da quello mezzo pieno. Le ultime due sconfitte hanno svuotato il bicchiere, ma la stagione non è ancora finita, ci sarebbe stato ancora tempo di riempirlo un poco.
Ci sono stato una miriade di infortuni, e – inutile negarlo – c’è una Juve con Bremer e una Juve senza Bremer, ben peggiore.
L’eliminazione di coppa fa male, ma è pur vero che in tutti gli ultimi anni, dal 2019 almeno, l’eliminazione europea è arrivata per mano di squadre di seconda fascia (in fila: Ajax, Lione, Porto, Villarreal, Benfica). Il livello della Juve in Europa è questo. Si sarebbe potuto certamente passare il turno, ma non si sarebbe certo fatta strada.
La media punti in campionato, prima delle due roboanti sconfitte con Atalanta e Fiorentina, era in linea con il quarto posto in tutte le stagioni recenti, e anche dopo queste partite la squadra restava secondo me la favorita per il quarto posto, considerando che il Bologna deve incontrare ancora Inter, Napoli e Atalanta mentre la Juve le ha già incontrate tutte e tre.
Questo
a patto che la squadra non imploda (implodesse? speriamo) completamente su sé stessa, e i
segnali sono stati allarmanti. Però non capisco il senso di aver
aspettato una settimana per decidere l’esonero. Forse è vero che
Giuntoli ha sentito direttamente i giocatori, e quindi sarebbero questi
ad aver sfiduciato il tecnico?
Tatticamente a me pare che
Motta non abbia un piano B, non varia modulo mai o quasi mai.
Anche nelle altre stagioni sia allo Spezia che a Bologna nelle ultime 10 partite aveva rallentato, il che forse è una spia che quando gli avversari gli prendono le misure poi la squadra fatica. Anche le sostituzioni spesso sono discutibili.
Però il problema a Torino non è stato principalmente tattico, e i risultati tutto sommato erano in linea con l'unico vero obiettivo stagionale: il quarto posto. Il gioco non ha avuto una parabola di miglioramento da inizio stagione (la stessa cosa che successe con Sarri), ma nemmeno è peggiorato: la partita con l’Inter è stata una buona gara, il primo tempo col Cagliari fu dominato, nel secondo la partita si è addormentata ma non si è rischiato nulla.
Anche nelle altre stagioni sia allo Spezia che a Bologna nelle ultime 10 partite aveva rallentato, il che forse è una spia che quando gli avversari gli prendono le misure poi la squadra fatica. Anche le sostituzioni spesso sono discutibili.
Però il problema a Torino non è stato principalmente tattico, e i risultati tutto sommato erano in linea con l'unico vero obiettivo stagionale: il quarto posto. Il gioco non ha avuto una parabola di miglioramento da inizio stagione (la stessa cosa che successe con Sarri), ma nemmeno è peggiorato: la partita con l’Inter è stata una buona gara, il primo tempo col Cagliari fu dominato, nel secondo la partita si è addormentata ma non si è rischiato nulla.
Insomma,
in condizioni normali di spogliatoio io avrei tenuto Motta fino a
giugno, e anche confermato in caso di qualificazione alla Champions
League. Tanto la squadra è in fase di riassesto, qualche anno ci vuole.
Non è il caso di ripetere l’errore fatto dopo Pirlo, quando si richiamò
Allegri “negando” e dilazionando la necessità di una rifondazione.
Questo a patto di avere una squadra che segua il tecnico, però: se la società non ha visto questa condizione ha fatto bene a cambiare.
Questo a patto di avere una squadra che segua il tecnico, però: se la società non ha visto questa condizione ha fatto bene a cambiare.