Leggo
questo post di Giuseppe Civati. Le
proposte sono in gran parte
condivisibili: certo
andrebbero riempite di numeri, perché siamo sempre alle buone intenzioni, ma restano condivisibili.
Bisognerebbe specificare meglio cosa si intende per contratto unico al punto 4:
à la Ichino, quindi con la possibilità di licenziare, o un contratto a tempo indeterminato? In questo secondo caso, accoppiando anche il reddito di cittadinanza, siamo nel libro dei sogni.
Osservo però che i punti 1, 3 e 5 sono di
ispirazione liberale, il 2 è "universale", né di destra né di sinistra (tant'è vero che né la destra né la sinistra hanno mai voluto riformare il Porcellum), mentre il 4 come detto necessita di approfondimento.
Ora io mi dico:
è possibile che per leggere qualche proposta vagamente liberale in questo Paese debba aspettare il candidato di "sinistra" alla segreteria del PD?E questo mi porta ad alcune altre considerazioni sparse.
Intanto, il significato di destra e sinistra è ormai
magmatico e praticamente perso. Aveva ragione Monti a dire che oggi
la differenza è tra conservatori e riformisti (non per nulla tante di queste proposte sono comuni alla sua agenda).
La cosa più di sinistra del
post è la spocchia con cui Civati identifica le alternative in campo come i "cattivi" (Berlusconi & c.) e i "buoni" (Civati stesso, par di capire: "quelli che hanno un’idea diversa dalla destra. E, se posso, anche diversa dalla sinistra che oggi conosciamo"). Questo riecheggia di quella presunzione e quel senso di superiorità morale che spesso aleggia a sinistra.
Infine, f
accio fatica a vedere sostanziali differenze con quanto propone Renzi (che invece, pur così simile, è etichettato di destra...). Probabilmente la differenza è sul punto 4, quello dei contratti, ma allora va esplicitata.