Lamentazione numero 1, su Roma e dintorni.
Lamentazione numero 2, su economia e dintorni.
Affidiamo alla Provvidenza che viene (rectius: è venuta) il nostro mondo, e l'uomo, affinché renda più pienamente umano il mondo stesso.Cerchiamo di imparare da quello che ci dice la realtà, di prendere il giusto insegnamento dalle cose brutte che ci stanno capitando.
Buon Natale!
venerdì 23 dicembre 2016
lunedì 5 dicembre 2016
La scelta, prima e dopo
Alla fine ho votato No.
Ho deciso tra sabato e domenica, con un criterio diverso da quello che avevo pensato in precedenza: ho pensato a lungo termine.
Nel breve termine avrei preferito il sì, ci sarebbero stati certamente alcuni vantaggi (ed è per questo che sto odiando ciò che succede in queste ore). Ma sarebbero stati di corto respiro.
Nel lungo periodo, ho pensato che la riforma va in direzione di una società più centralizzata e più "disintermediata". Secondo me non è la direzione giusta, anche per il percorso educativo che sto compiendo per me e per gli altri che incontro con la pastorale sociale.
Se sul centralismo avevo già i miei dubbi prima, ho realizzato che la riforma così concepita del bicameralismo perfetto andava nella direzione di una diminuzione dei corpi intermedi (Senato, diminuzione del ruolo dei partiti in relazione agli elettori), mentre io credo che nella democrazia rappresentativa e sussidiaria.
Intendiamoci, nessun rischio a breve termine, ma a lungo andare la riforma disegna una società che secondo me è più esposta ai rischi del populismo, già adesso così forte. L'intermediazione secondo me permette potenzialmente pesi e contrappesi, permette un approccio più graduale alla politica e richiede una partecipazione più responsabile della democrazia diretta.
Ricordando che "il tempo è superiore allo spazio" (Evangelii Gaudium) ho preferito pensare a lungo termine.
Ho deciso tra sabato e domenica, con un criterio diverso da quello che avevo pensato in precedenza: ho pensato a lungo termine.
Nel breve termine avrei preferito il sì, ci sarebbero stati certamente alcuni vantaggi (ed è per questo che sto odiando ciò che succede in queste ore). Ma sarebbero stati di corto respiro.
Nel lungo periodo, ho pensato che la riforma va in direzione di una società più centralizzata e più "disintermediata". Secondo me non è la direzione giusta, anche per il percorso educativo che sto compiendo per me e per gli altri che incontro con la pastorale sociale.
Se sul centralismo avevo già i miei dubbi prima, ho realizzato che la riforma così concepita del bicameralismo perfetto andava nella direzione di una diminuzione dei corpi intermedi (Senato, diminuzione del ruolo dei partiti in relazione agli elettori), mentre io credo che nella democrazia rappresentativa e sussidiaria.
Intendiamoci, nessun rischio a breve termine, ma a lungo andare la riforma disegna una società che secondo me è più esposta ai rischi del populismo, già adesso così forte. L'intermediazione secondo me permette potenzialmente pesi e contrappesi, permette un approccio più graduale alla politica e richiede una partecipazione più responsabile della democrazia diretta.
Ricordando che "il tempo è superiore allo spazio" (Evangelii Gaudium) ho preferito pensare a lungo termine.
Rassegna stampa post referendum
Blog di Beppe Grillo, 28 aprile 2015
Corriere della Sera, 16 settembre 2016
Blog di Beppe Grillo, 4 dicembre 2016
Cuore, 8 aprile 1991
Corriere della Sera, 16 settembre 2016
Blog di Beppe Grillo, 4 dicembre 2016
Cuore, 8 aprile 1991
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