Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini
(Mt 12,31)
Ho riletto in questi giorni questo passaggio del Vangelo, mi sono venute in mente le vignette di Charlie Hebdo e in particolare l'ultima. Da qui mi è venuto lo spunto per mettere per iscritto qualche pensiero sparso e confuso su quanto accaduto in Francia ormai qualche settimana fa, su cui non sono ancora riuscito a farmi un'idea compiuta.
Diciamo che la cosa che - fin da subito - mi ha convinto poco è l'interpretazione dell'attacco alla libertà d'espressione.
Mi spiego: gli attentatori, i fratelli Kouachi, erano ex combattenti in Siria, persone abituate a uccidere, che avevano vissuto dalla parte dell'ISIS il conflitto in cui è impegnata anche la Francia.
Erano quindi persone abituate ad uccidere, ma non a organizzare "di fino" le azioni: si è visto che la fuga non era stata programmata e che hanno commesso alcune ingenuità come lasciare in giro i propri documenti.
Secondo me l'intenzione dei terroristi era quella di colpire genericamente la Francia, e hanno scelto l'obiettivo più facile. Se avessero potuto colpire qualche obiettivo più grande (un politico di punta, per esempio, o una caserma, o compiere un attentato su vasta scala) secondo me avrebbero scelto quello, ma non ne avevano le forze e le capacità, quindi hanno scelto l'obiettivo più fattibile.
Comunque, questa è solamente un'impressione, e sta di fatto che Charlie Hebdo è entrato in questa ipotetica lista di obiettivi per le sue vignette, quindi per un motivo che tira in ballo la libertà di espressione.
Sull'argomento io la penso come il Papa: la libertà di espressione non è libertà di offendere, specie quando le offese sono gratuite e di cattivo gusto. Sì: esiste anche la categoria del buon gusto e del cattivo gusto.
La quale non è un fatto legale, certo, quindi non posso denunciare Charlie Hebdo per cattivo gusto. Ma l'offesa invece lo è, così come l'oltraggio (in questo caso alla religione).