Zingaretti annuncia lo scioglimento del PD per formare un nuovo soggetto aperto ai movimenti civici (sardine?) e alla sinistra (LEU?).
Io non capisco bene. E' chiaro ed evidente che il PD ha un deficit di brand, nella percezione è diventato antipatico, radical chic, non popolare.
Il compito del segretario sarebbe quello di recuperare l'appetibilità del partito, ma non credo che liquidare il brand sia una buona idea, anche perché così si finisce per perdere anche ciò che di positivo il marchio si porta dietro.
Di fatto, il PD è ancora percepito come il partito "ufficiale" del centrosinistra italiano. Si porta dietro uno zoccolo duro di votanti che probabilmente sta nell'ordine del 18-19% preso dal PD renziano all'ultima tornata elettorale. Finora, chi è uscito dal PD è sostanzialmente sparito, il che fa capire che molti elettori non sono disposti a votare altro. Aiuta, per questo, anche il discorso del voto utile: il PD resta l'unico partito che per dimensioni ha speranza di contare qualcosa nell'agone politico. Ma questo non vale solo a sinistra: recentemente Paolo Corsini ha scritto un articolo sui giornali locali di Brescia indicando nel PD l'unico interlocutore possibile per il mondo dei cattolici democratici.
Rinunciare al PD significa rinunciare a queste rendite di posizione e certificare il fallimento della fusione tra le due anime originarie (Margherita e DS), e si rischia di dare il via a una specie di "liberi tutti".
Non posso immaginare un favore più grosso fatto a Renzi. A mio parere il fallimento del brand PD è in gran parte collegato alla sua persona, e la sua uscita aveva liberato il partito da una presenza ormai tossica. Nessuno degli elettori PD dello "zoccolo duro" è disposto a votare Renzi, con il PD ancora in campo. Ero convinto che Italia Viva avrebbe fatto la fine di una LEU qualsiasi. Se davvero invece ci sarà un liberi tutti, Renzi potrà accreditarsi come una specie di Margherita + UDC.
Certo, recuperare il brand di un partito non è facile. Ma non è impossibile: Salvini c'è riuscito, per dire, e non ha rinunciato alle rendite di posizione leghiste al Nord. Per cambiare pelle bisogna cambiare le facce, la Lega era scesa al 4% quando aveva la faccia del Trota, è risalita affidandosi a un leader nuovo. Come ho detto, già l'uscita di Renzi secondo me era un grosso passo avanti per il PD.
L'unico senso che posso leggere alla mossa è che in realtà si cerchi di creare un soggetto votabile anche dagli ex M5S, per cui magari il PD è sempre il "PDmenoL" e altre amenità simili. Ma non credo che funzioni: le varie incarnazioni del PCI, con a capo sempre le stesse persone, non hanno mai "ingannato" nessuno. Si cambiava la sigla ma non le facce. Il contrario dell'operazione salviniana.
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