Buon ultimo, aggiungo la mia su papa Benedetto XVI.
Il mio docente di storia della dottrina sociale della Chiesa diceva che se Paolo VI lo capiremo del tutto fra un po', Benedetto lo capiremo fra 100 anni.
A me pare che su alcune cose il suo pontificato abbia anticipato di una decina d'anni problematiche che poi sono riemerse.
Il concetto di verità è tornato di moda con il tema delle fake news. Allora ci si è accorti che l'ancoraggio alla verità è necessario, e sono tornate discussioni sul fatto se sia opportuno limitare la libertà di espressione per difendere la verità.
La
critica al relativismo assoluto e all'utilitarismo come unica via è poi
emersa in alcune problematiche riguardanti per esempio la guerra in Ucraina: non fa nulla se le sanzioni ci danneggiano, c'è una "giustizia" da perseguire anche se non è utile.
La richiesta di etica pubblica si è imposta con forza in politica e anche nei rapporti interpersonali, anche sessuali: pensiamo al movimento Me too, di cui più di un commentatore ha sottolineato un certo moralismo di ritorno.
La stessa ecologia è connotata da un richiamo "morale" che richiede il superamento dell'individualismo e del
"faccio quello che voglio" in nome di un bene futuro. "Tutto è connesso"
è uno slogan di Bergoglio, ma era già in Caritas in veritate: Benedetto parlava di "ecologia umana", Francesco di "ecologia integrale".
Per quanto riguarda il governo della Chiesa, ha cercato di mettere una pezza ai danni fatti durante gli ultimi anni di Giovanni Paolo II, quando la sostanziale mancanza di guida (causa malattia) ha lasciato briglia sciolta a fenomeni a cui Wojtyla aveva dato inizio quando era più in forze: movimenti, prelature personali, copertura dei pedofili.
Non ce
l'ha fatta, per molti motivi: un po' perché i buoi erano già scappati dalla stalla,
un po' perché difettava di carisma e in curia non lo seguivano,
considerandolo Papa di transizione e debole. Su questo ha influito anche
avere cattiva stampa e nomea fin dall'inizio.
Non era il ruolo suo. E' stato un ottimo secondo violino, ma non era adatto a un ruolo da Paganini, da primadonna.
La decisione sulla messa in latino si è rivelata un errore. Dovuta a un desiderio di pacificazione con i tradizionalisti e a un innegabile gusto personale del Papa, ai tempi credevo fosse una cosa innocua: capisco i limiti subito dopo la riforma, ma ormai quanti anziani preti potevano esserci formati con la vecchia Messa?
Invece la Messa antica è diventata un simbolo, una bandiera per caratterizzarsi non come cultori di un rito invece che un altro, ma come contestatori di tutta la direzione della Chiesa post-conciliare. Col senno di poi, è stato un errore. Magari si può essere indulgenti e pensare che se Benedetto avesse continuato il suo pontificato avrebbe gestito la cosa meglio di Francesco. Può essere, ma è andata così.
Non è riuscito neppure a incidere sul collegio cardinalizio e sulla curia. Poche nomine e pochi personaggi "forti", alcuni errori di valutazione (Tarcisio Bertone). Fece pulizia ma non costruì nulla di duraturo, anche per via delle premature dimissioni.
Le
dimissioni, appunto. Ai tempi fui favorevole, ora penso che siano state
un po' premature. Non ha aiutato il fatto che non sia mai stato chiaro
il motivo.
Soprattutto è stato un pasticcio la gestione del post
dimissioni. Io non sono di quelli che dicono che all'emerito deve essere
imposto il silenzio, sarebbe una forzatura. Ma Benedetto ha parlato
troppo; non moltissimo ma più a sproposito che altro. La lettera con cui
rampognava i teologi con cui aveva avuto a che dire fu una caduta di
stile, il documento con cui dava la colpa della pedofilia al '68 era
roba sua, da lì in poi è stato tirato per la giacchetta in modi sempre
peggiori, da circonvenzione di incapace.
L'ultimo libro firmato con
Odifreddi è pietoso. Lì c'entra l'entourage, ma c'entra anche la
incapacità di gestire ordinatamente il ruolo di emerito. Chi gli è vicino è davvero in grado di aiutarlo? E se no, è possibile affiancare a un emerito altre persone? O è una intromissione, una cattiveria allontanarlo da chi ha scelto lui?
Resto dell'idea già
espressa fin dall'inizio: doveva mollare il nome, mollare l'abito
bianco, firmarsi Ratzinger e tornare un cardinale tra gli altri.
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