Una delle notizie di questo periodo è il successo delle raccolte di firme con identità digitale per i referendum su eutanasia e cannabis. In realtà solo il secondo ha avuto una raccolta digitale preponderante, mentre sul primo la raccolta digitale si è aggiunta a un buon successo anche ai banchetti fisici.
La raccolta digitale è stata autorizzata con un emendamento passato sotto traccia e proposto dal radicale Riccardo Magi. Tra i molti commenti, scelgo un agile tweet.
Però aspetterei per valutare la reale efficacia, al di là dell'ampia discussione sul numero di firme da raccogliere o sull'opportunità dello strumento referendario: c'è sempre il grosso scoglio del quorum.
Se ci avviassimo verso una nuova stagione di frequenti referendum, favoriti dalla raccolta firme digitale, ma questi andassero largamente disertati come capita quasi sempre, sarebbe un pasticcio sotto parecchi punti di vista (delegittimazione dello strumento, ulteriore disaffezione dei cittadini, delegittimazione delle leggi continuamente sottoposte a quesito, costi).
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