Chi non passa attraverso l’esperienza della croce fino alla verità
della risurrezione si autocondanna alla disperazione. Infatti, noi non
possiamo incontrare Dio senza crocifiggere prima le nostre idee limitate
di un dio che rispecchia la nostra comprensione dell’onnipotenza e del
potere […]. Non serve riempire i luoghi di culto se i nostri cuori sono
svuotati del timore di Dio e della sua presenza; non serve pregare se la
nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al
fratello; non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e
da tanta carità; non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima
e il cuore e detesta l’ipocrisia. Per Dio, è meglio non credere che
essere un falso credente, un ipocrita.
Monito di Francesco durante il viaggio in Egitto.
Riferimenti: Lc 11, Gc 2.
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