venerdì 8 maggio 2020

Recensioni dalla quarantena: Don Camillo

Nel tempo di quarantena ho letto i racconti di Don Camillo, il primo volume.
Secondo me andrebbero fatti leggere a scuola. La religiosità che ne emerge è semplice, misericordiosa, genuina seppur ortodossa. Certo è una religiosità che permea tutto l'ambiente, le abitudini, l'animo delle persone, di tutte le persone. Una religiosità che non tornerà.
Un po' stranianti, per la mia sensibilità, solo alcuni racconti in cui sembra - sembra - che le grazie piovano "su richiesta". Tra questi c'è anche Cinque più cinque, di cui mi ha fatto sorridere questo passaggio:
Don Camillo andò in sacrestia a prendere dei candelabri e infilate le grosse candele si accinse a disporle davanti al Cristo in croce.
– No! – disse Peppone – quello lì è uno della vostra congrega. Accendetele tutte davanti a quella là che non fa politica.
Don Camillo a sentir chiamare la Vergine: “Quella là”, strinse i pugni e sentì una voglia matta di dargli un cazzotto in testa. Ma tacque e andò a disporre le candele accese davanti alla statua della Vergine.
Quindi ai tempi di Peppone era la Madonna a (absit iniuria verbis) non fare politica.
Oggi mi pare che la situazione sia piuttosto cambiata.
Per fortuna sono fuori dalla bolla dei social, perciò mi risparmio - nel giorno della sua festa - la Madonna di Pompei in salsa politica.

Nessun commento:

Posta un commento