venerdì 15 maggio 2020

La rinascita del religioso? Ma anche no

E così, da lunedì si potrà tornare a Messa.
Sento parlare e leggo in giro di un ritorno al sacro, alla religione. Di medici che pregano, di persone che si ricordano di Dio. Gente che segue la preghiera del Papa, la Messa in streaming. In parte può essere un fenomeno già noto: anche in passato nei momenti di crisi (guerre, siccità, malattie) si facevano voti e processioni. Però fino a 50 anni fa la società era ben diversa, anche chi non si curava di andare in chiesa era in modalità "scherza coi fanti ma lascia stare i santi".
Io sono piuttosto scettico.
Mi sa che di gente in chiesa ne vedremo sempre meno, con la riapertura.


Questa situazione ha comportato molte possibili combinazioni tra chi andava e non andava a Messa, chi segue le celebrazioni online e chi no.
Chi già guardava la Messa da casa (in stragrande maggioranza anziani) avrà senz'altro continuato a farlo e così andrà avanti, per loro non cambia nulla.
Chi non andava in chiesa e non ha cominciato a seguire le celebrazioni online non consideriamolo neppure, ovviamente: nessun recupero al senso religioso.
Tra chi andava a Messa, ci sarà chi si è abituato a farne a meno (magari era saltuario) e non ha più recuperato neppure la Messa in streaming. Questi li abbiamo persi.
Tra chi ha continuato, più o meno, a seguire, alcuni torneranno a Messa, ma altri non lo faranno, continueranno per un po' a seguire da casa, vuoi per abitudine vuoi per prudenza e timori; tra questi alcuni anche in futuro non torneranno più in chiesa, per età o per "adattamento" a stare a casa (chiamiamola pigrizia).

Poi c'è sicuramente qualcuno che per mille motivi (tipo: "la domenica sono sempre in giro") non andva a Messa, e per altrettanti mille motivi (tipo: "ora sono chiuso dentro", ma anche "è troppo che trascuro Dio") avrà cominciato a seguire la Messa da casa. A parere mio (puramente a lume di naso, ma è risaputo che io ho un naso importante) sono pochi. Ma al di là di ciò, non credo che questi cominceranno a frequentare la Messa in presenza: per completa disabitudine, perché uscire di casa comporta più impegno che guardare la TV o il PC, perché man mano non saremo più chiusi in casa e la domenica tornerà ad essere occupata.
Insomma, secondo me anche di questi pochi ne resteranno ancora di meno. Ci rallegriamo per loro, naturalmente, ma meglio sapere che al netto finale di praticanti ne perderemo.
Anche perché il senso di religiosità da momento eccezionale era forte a metà marzo (ricordo la novena alla Madonna di Lovernato), con la commozione, i morti, la preghiera del Papa. Però abbiamo imparato che non si può vivere di eccezionalità sempre, e mi pare che man mano questo senso sia scemato, in favore di un tentativo di ritorno alla normalità. Basti pensare alla giornata di preghiera interreligiosa di ieri: qualcuno l'ha notata? Che differenza con la diretta su tre canali della preghiera da S. Pietro in quel plumbeo giorno di pioggia.
In fondo non è una novità, che la religiosità abbia situazioni di grande esplosione emotiva nei momenti eccezionali. "Passata la festa, gabbato lu santu" è un proverbio che non nasce ieri.

Nessun commento:

Posta un commento