Proseguo un po' il discorso di qualche tempo fa sull'astensionismo alle elezioni regionali.
Oltre al fatto dell'affluenza, che si conferma sotto il 50% anche a questa tornata, abbiamo avuto di nuovo la conferma dell'amministrazione uscente, seppure con candidati diversi per raggiunto limite di mandati.
Questa è una tendenza recente. Ho
tirato fuori una piccola statistica. Le prime elezioni con elezione
diretta del presidente sono per gran parte d'Italia nel 1995. Ho conteggiato il numero di cambi di maggioranza per ogni quinquennio (visto che le legislature durano 5 anni) da allora:
1996-2000: 5 cambi su 16 elezioni (31%)
2001-05: 8 su 16 (50%)
2006-10: 7 su 19 (37%)
2011-15: 10 su 19 (53%)
2016-20: 10 su 18 (56%)
2021-25: 3 su 19 (16%).
Nell'ultimo lustro hanno cambiato "colore" solo il Lazio nel 2023 (da sinistra a destra) e Sardegna e Umbria nel 2024 (da destra a sinistra).
Probabilmente anche questo ha a che fare col calo dell'affluenza: se vanno a votare in pochi alla fine è sufficiente mobilitare la propria base, e chi amministra ha più leve per farlo, anche eventualmente con politiche clientelari.
Oppure dobbiamo pensare che gli amministratori regionali amministrano benissimo e i cittadini sono molto contenti...
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