Fino a ieri pensavo che l'Italia avesse gli anticorpi, anche costituzionali, per far fronte a pressioni populiste che in prospettiva potrebbero diventare potenzialmente pericolose.
Da ieri sera non ne sono più così sicuro. Mattarella per me ha scardinato questa cosa in modo potenzialmente pericoloso.
Il Presidente della Repubblica è l'unico attore politico (quindi oltre ai giudici costituzionali) che non debba rispondere a nessuno (elettori compresi) di determinate decisioni. Questo gli dà un grande potere discrezionale.
Da ieri sappiamo che questo potere vale anche per veti sulle politiche di un governo. Non sui nomi, che sarebbe meno grave (perché su 60 milioni di italiani un altro nome che porta avanti la stessa politica si trova): sulle politiche. Per come ho ascoltato io il discorso di Mattarella, un altro nome con la stessa "apparenza" anti-Euro non sarebbe ugualmente andato bene.
Facendo quello che ha fatto, Mattarella ha dato il vantaggio della ragione a Salvini e Di Maio, gli ha spianato la campagna elettorale, e il prossimo Parlamento sarà ancora più populista. Il prossimo Parlamento eleggerà - al più tardi nel 2022 - il nuovo Presidente. Ho paura di cosa potranno fare un Presidente populista e un Parlamento populista, dopo un tale precedente di ingerenza. E se dopo le elezioni del 2023 al nuovo Presidente non andasse bene un ministro pro-Euro?
Tra l'altro Mattarella ha paventato una politica anti-Euro che non è nel "contratto" Salvini-Di Maio, né nelle dichiarazioni di Savona. Ha paventato dei rischi per il risparmio che ci sono, certo, ma per ora solo in potenza. Anche questo è un precedente: siamo dalle parti della precrimine di Minority Report. Figuriamoci se un governo italiano può seriamente prendere in considerazione l'uscita dall'Euro. Si sarebbe fatta un po' di scena, qualche parola di circostanza di Moscovici, un p' di deficit in più e avanti insieme.
Per me, comunque, se gli italiani hanno votato in maggioranza per una politica così, non possiamo metterli sotto tutela: abbiano la politica pericolosa. La democrazia sotto tutela vale -secondo me - solo per qualcosa di palesemente anticostituzionale. Che ne so, un ministro che parla bene della pena di morte: allora sì che vedrei bene i veti del Quirinale. Ma una politica economica invece di un'altra vale il superamento del suffragio popolare rappresentativo?
Poteva fare altro? Per me sì. Poteva far partire il governo ed esprimere contemporaneamente la sua contrarietà e la sua vigilanza. Se fra qualche mese si fosse tornati al "Fate presto!" del 2011, non vedo perché la conclusione sarebbe dovuta essere diversa: un Cottarelli arrivato però dopo aver testato M5S e Lega.
Non che creda alle "vaccinazioni" montanelliane: se non ha funzionato con Berlusconi, non funzionerà neppure con i populisti. Però neanche Silvio ha mai vinto un'elezione dopo aver governato. Un governo M5S-Lega avrebbe creato loro difficoltà alle prossime elezioni.
Oppure poteva rifiutare di far partire il governo, ma con una giustificazione non politica. Per esempio prendendo atto - viste le visite al Colle di Salvini e Di Maio nel pomeriggio - che evidentemente la scelta dei ministri non era libera da parte di Conte, e questo è anticostituzionale. Ovviamente è una foglia di fico (vorrei proprio vedere quanti premier hanno scelto i ministri all'oscuro delle segreterie di maggioranza), ma che non avrebbe creato un precedente.
Dopo il patatrac, la palla era nel campo di Di Maio: poteva scegliere di evidenziare l'impuntatura di Salvini su Savona, descriverlo come "inaffidabile". Invece ha scelto di prendersela con Mattarella. Bel viatico per le prossime elezioni: i partiti populisti che non si osteggiano tra di loro. Ottimo risultato.
E ancora, dopo il patatrac Mattarella poteva dire: "Come ho sempre detto, voglio un governo politico. La possibilità di un governo Lega-M5S è andata a vuoto. Sono pronto a esplorare le altre possibilità politiche, a partire da quella meno distante dalla maggioranza: sono pronto a conferire l'incarico a un esponente del centrodestra". Volevo vedere allora Berlusconi e Meloni... così si divideva Salvini dagli alleati, e per i collegi almeno si arginava l'onda.
E invece è arrivato un vulnus alla figura del Presidente, creando dei precedenti pericolosi. In buona fede da parte di Mattarella, ne sono sicuro. Ma è un grosso errore, secondo me.
p.s. chissà che qualche grillino inca**ato non voti Lega anche a Ospitaletto, tra due settimane. Magari Mattarella rischia di spostare anche le elezioni locali.
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