Nella lunga e articolata omelia, don Maurizio ha fatto riferimento ai millenarismi, collegandoli ad alcuni avvenimenti politici: "Ogni tanto saltano fuori dei movimenti che dicono: Ho io la soluzione".
Questa similitudine mi ha dato da pensare. Credo che don Maurizio abbia ragione quando denuncia la semplificazione insita nei millenarismi: va tutto male, sta per crollare tutto, fate come dico io*. Rubo da qui questa frase:
il proscenio della politica è battuto da molti Cavalieri dell’Apocalisse che si sentono investiti da una funzione salvifica; demiurghi di una palingenesi che con la politica seria fa a pugni.Ma credo che ci sia anche un ulteriore spunto di riflessione. I millenaristi sono convinti di vivere in tempi "speciali", particolarmente cupi, in cui non funziona niente. Mi tornano alla mente alcune conversazioni con dei testimoni di Geova, al riguardo. In ambito politico, questo si può rispecchiare in due cose: 1) nella convinzione che tutto quanto sia sbagliato, tragico, da rifare; 2) nelle previsioni catastrofistiche sull'andamento dell'ambito di discussione (che sia il paese o il Paese). "Se ci teniamo questo governo / Se sale al governo XXX l'Italia fallirà in sei mesi!".
Quali insegnamenti si possono trarre, allora, da questo parallelismo?
Per quanto riguarda l'interpretazione dei segni dei tempi, ho letto da qualche parte che è naturale per ciascuno sopravvalutare i propri tempi, e avere anche l'ambizione o la speranza che questi siano tempi speciali. E' un meccanismo psicologico. Politicamente, i tempi sono di solito speciali in negativo: "Ai miei tempi...", per non parlare di "Si stava meglio quando si stava peggio". Questo ci insegna a stare attenti alla laudatio temporis acti.
Per quanto riguarda i profeti di sventura, per stare al lessico biblico, bisogna sempre pesare queste previsioni catastrofiche. E' da un bel po' che sento che l'Italia non può sopportare i governi di Berlusconi / dei comunisti / dei grillini eccetera, eppure non siamo ancora qui. E come dimenticare le previsioni di Confindustria sul crollo del PIL con annessa invasione delle cavallette in caso di no al referendum costituzionale di Renzi?
Questo ci consola fino a un certo punto: se vogliamo essere ottimisti, diciamo che tutti i governi cercano di agire senza strafare, con un certo grado di prudenza, e pensando al bene del Paese, perciò se fanno danni sono limitati. Se invece vogliamo pensar male, può essere che le cose non crollino nonostante i governi, perché il sistema ha una sua resilienza (pensare bene) oppure perché la democrazia è così vuota che il sistema è indipendente da elezioni e politica (pensar male). Come diceva Mussolini, governare gli italiani non è difficile, è inutile...
Ciò non ci deve distogliere dal pericolo della brutta china, o della rana bollita**: se ci si abitua pian piano al male, può essere difficile percepire la soglia dell'intollerabile.
L'equilibrio tra millenarismo e apatia può essere complicato.
* So che il Vangelo di domenica era un annuncio degli ultimi tempi "serio", quindi sembra che don Maurizio ce l'avesse con Gesù, ma vi assicuro che non è così :-) Il discorso filava bene, solo non fatemi riportare mezz'ora di predica...
** che, ricordiamolo, non è scientifico, è una metafora.
Nessun commento:
Posta un commento