La democrazia, in senso lato, è un modo di amare il proprio nemico. Essa ha senso quando ci sono una maggioranza e una minoranza: se tutti sono d'accordo può esserci una dittatura, un'oligarchia o anche un'anarchia, che il risultato finale non cambia: tutti si comporteranno nel modo considerato unanimemente giusto. Che merito avremo a essere democratici con chi la pensa come noi?
Quando però ci sono più posizioni, o più "fazioni" - e quindi un potenziale nemico della nostra fazione - allora serve la democrazia. Essa infatti ci permette di avere uno strumento ordinato e codificato di gestione delle controversie. Non si arriva allo scontro distruttivo e/o fisico tra opposte idee, anzi per stare nelle regole del gioco, ed avere la possibilità di veder vincere le proprie idee, è necessario rispettare le idee altrui, perché anche l'avversario rispetti le nostre e le consideri legittimate - eventualmente - ad essere messe in pratica.
La democrazia quindi disinnesca l'odio tra i nemici.
Ecco, il danno più grande che hanno fatto Berlusconi prima, Salvini e Grillo oggi è quello di scardinare questa dialettica del rispetto, chiamata erroneamente "politicamente corretto", che è cifra di una vera democrazia. La contrapposizione frontale è uno scivolamento verso la guerra tra bande.
Nessun commento:
Posta un commento