venerdì 23 settembre 2016

Sulle Olimpiadi di Roma

Al di là del modo con cui la sindaca Raggi ha liquidato le Olimpiadi di Roma (se riteneva che il ballottaggio equivalesse a un referendum, perché non ha chiuso la questione a giugno?), due ragionamenti sul merito.

Intanto è certo che quando si fanno le Olimpiadi il conto puramente economico è sempre in perdita.
Però nel conto vanno calcolate anche le infrastrutture che rimangono a Roma: una nuova metropolitana, molte riqualificazioni eccetera. Il grande evento è probabilmente l'unica possibilità che la capitale ha per fare una serie di lavori che le servirebbero ma che - vista la situazione di quasi bancarotta - non potrà permettersi. Se nei prossimi anni l'amministrazione capitolina andrà a bussare a soldi dal governo per qualcosa che sia appena più di tappare buche e aggiustare marciapiedi ci sarà da ricordarsi di questo.
D'altra parte è vero che in cambio di una serie di opere importantissime ci si troverebbe con altri "effetti collaterali" tendenzialmente inutili (alcuni impianti sono di difficile riutilizzo).



Inoltre c'è da vedere chi paga: il conto delle Olimpiadi è tutto sulle spalle del Comune? Io credo di no, viste le parole di Zingaretti per la Regione. Inoltre ci sarà un contributo del Governo, magari tramite il CONI? Insomma, credo che mentre le opere realizzate vanno tutte a vantaggio del sindaco, la spesa è divisa tra più soggetti. Mi pare strano che sia proprio un Comune a rifiutare.

Aveva più logica, a suo tempo, l'iniziativa di Monti, o avrebbe più senso se fosse Renzi ad agire: viste le condizioni di Roma, probabilmente tanti soldi sarebbero venuti da Pantalone, che non ne avrebbe nemmeno beneficiato.

Continuando a pensare a Monti: è vero che la condizione italiana non è molto cambiata rispetto a quattro anni fa, ma è altrettanto vero che non è la stessa. L'Italia non ha più lo spread del 2012, e la congiuntura internazionale è favorevole. Se nel 2012 le Olimpiadi sarebbero state un rischio, oggi potrebbero essere un volano di interventi pubblici.

Inoltre, parlando di soldi, ragioniamo sulle cifre di questo articolo. Prendiamo per buono che le Olimpiadi raddoppiano di costo rispetto ai preventivi. Se non sbaglio Malagò ha detto che il dossier di Roma 2024 prevedeva 2,1mld di budget. Mi sembrano pochi: facciamo per comodità che l'Olimpiade possa costare 9mld tra tutti i costi, gli aumenti e le ruberie. Come e più di Londra 2012, anche se è inverosimile con il nuovo formato meno "gigante" approvato dal CIO.
Supponiamo che il rosso di bilancio sia del 50%: 4.5mld di euro. Questi sono lo 0.2% del PIL italiano di oggi (si spera che nel 2024 il PIL sia cresciuto...). Sopportabile, secondo me, se diluiti in qualche anno.
In questo senso non si può fare il confronto con Atene 2004: le Olimpiadi hanno un costo praticamente fisso, indipendentemente dalla nazione che le ospita, ma si capisce bene che il peso sull'economia nazionale è ben diverso. Per la Grecia gli stessi 4.5mld sarebbero vicini al 2% di PIL... il confronto non ha senso.

Tutto questo senza considerare i vantaggi immateriali in entusiasmo, reputazione, volontariato, turismo di cui Torino può dirci qualcosa.

Naturalmente non ho parlato dei rischi di corruzione: per quelli - che ci sono - condivido l'osservazione di chi dice che rinunciare a fare le cose denota una scarsa fiducia in sé stessi. Non un bel viatico per chi è stato eletto per cambiarle, le cose.

Insomma, secondo me Raggi ha perso l'occasione per dimostrare di essere capace di gestire una cosa che avrebbe portato più vantaggi che costi al Comune. Poi i costi sono comunque ingenti, e la scelta politica di non fare i Giochi può starci in una valutazione complessiva del rapporto costi/benefici, ma secondo me più da parte del Governo che del sindaco.

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