Anche quest'anno è Natale.
Anche quest'anno abbiamo ascoltato l'annuncio della Natività ai pastori di Betlemme.
Come sempre, colpisce il fatto che la notizia della nascita del Figlio di Dio passi inosservata ai potenti e venga annunciata dei messaggeri celesti ai testimoni più improbabili, i pastori. Coloro che non vengono ascoltati, né creduti, perché per legge la loro testimonianza non vale nulla.
Facendo un confronto con il nostro vissuto, anche oggi c'è un annuncio che viene proposto a tutti, potenti e poveri, e ci sono dei testimoni che purtroppo non vengono ascoltati.
L'annuncio è quello di Cristo, oggi come allora. Ma chi sono i testimoni, gli annunciatori?
Forse la Chiesa. Spesso viene da distinguere: ma anche la Chiesa è potente! I cardinaloni, i vescovoni...
C'è del vero. Però è altrettanto vero che spesso il messaggio della Chiesa, come quello di Gesù duemila anni fa, cade nel vuoto, specialmente negli ultimi decenni.
Mi ricollego agli studi che sto facendo sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Fino a Pio XII questa - a mio parere - sembrava in "ritardo" rispetto al mondo, se non in alcuni contenuti, almeno nei toni. Non ci si era ancora abituati alla perdita della collateralità tra potere ecclesiastico e potere politico.
Negli ultimi cinquant'anni, però, le cose sono cambiate, e parecchio: sto approfondendo la Caritas in Veritate, e - oltre a vedersi chiaramente la continuità tra Benedetto XVI e Francesco - ci sono dei passaggi rivoluzionari sull'economia e la giustizia. Passaggi che sono passati sotto silenzio nei commenti generalisti e che sono stati bellamente ignorati nella pratica.
L'annuncio di Cristo, oggi come ieri, non trova ascolto nelle stanze del potere.
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