Ieri sera ho visto su Raitre il film Noi credevamo, di Mario Martone, che narra vicende del nostro Risorgimento.
Non mi è piaciuto. L'ho trovato abbastanza sconclusionato, dalla trama povera, difficile da seguire. Anche noioso, in alcune parti (sono più di tre ore di pellicola).
Il film non è didascalico, in quanto dà per scontate e per conosciute troppe vicende del nostro Risorgimento, su alcune delle quali ho fatto fatica a fare mente locale. Non è quindi una spiegazione "semplice" degli avvenimenti.
Al contempo, non l'ho trovato storicamente interessante: i fatti descritti (il conflitto tra mazziniani e monarchici, tra idealisti e azionisti), seppure non semplici da ricordare, non "popolari", sono comunque noti e non aggiungono nulla a quanto già approfondito negli studi scolastici. Non si porta quindi una visione nuova sul fenomeno risorgimentale.
Non è nemmeno un film oleografico, in quanto non esprime una visione idilliaca del periodo. Intanto però molti temi - dal meridionalismo alle inutili stragi mazziniane - sono solo accennate e non approfondite. Un personaggio come la contessa di Belgiojoso, per esempio, avrebbe meritato ben altro spessore, anche come contributo femminile originale al Risorgimento.
Insomma, mi è parso un film un po' pretenzioso, ma non riuscito. Una buona operazione che ha approfittato dei 150 anni della nostra Nazione: non so se uscendo in un'altra data avrebbe avuto tutti i peana che ha raccolto.
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