La sempre feconda comunità di Hookii suggerisce questo interessante articolo
sulla storia del pacifismo italiano. Ne consiglio la lettura.
Spoiler, come si dice adesso: non parla di Ucraina.
Cita le varie forme di pacifismo, da quello "integrale" alla Gandhi di Capitini a quelli dei "piccoli passi" che qualche successo l'hanno avuto (per esempio con l’abolizione delle mine antiuomo).
Bobbio riconosce, tra gli altri, un primo filone pacifista “strumentale, ovvero la pace attraverso il disarmo”, un secondo “istituzionale, ovvero la pace attraverso il diritto, il terzo etico e finalistico, ovvero la pace attraverso l’educazione morale”.
L'articolo offre un interessante excursus a volo d'uccello. Non concordo con alcuni passaggi (per esempio dubito che oggi il pacifismo sia davvero "emancipato" dal comunismo e dal cattolicesimo, tanto da camminare da solo), ma soprattutto esso secondo me corrobora un
concetto: è utile, forse anche necessario, che ci sia sempre chi
indica la meta alta, financo utopica.
E’ il mestiere del Papa
e del cardinal Zuppi, in questa circostanza.
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