Mi sono imbattuto in questo articolo del vaticanista Luigi Accattoli.
Parla del tempo della vecchiaia come tempo dell'attesa della morte.
Sarà perché gli anni passano, sarà perché gli acciacchi si affacciano, sarà l'esperienza come ministro straordinario dell'Eucarestia, il pensiero della vecchiaia si affaccia più spesso alla mia mente.
Accattoli propone - già da qualche tempo, in verità - una lettura quasi "ministeriale" della vecchiaia. Non mi è chiaro cosa significhi, e non lo è neppure dopo la lettura dell'articolo, ma l'articolo porta esempi che sono commoventi nella loro bellezza. Io non so se sarei pronto a rendere fttto comunitario il mio trapasso, ma i fatti narrati (sì, narrati, quasi fossero favole) e la conclusione che l'autore trae sui potenti segni cristiani sono fonte di speranz.
So che è una riflessione più pasquale che natalizia, ma la speranza è di entrambe le feste cristiane per eccellenza. Siamo nati, e non moriremo più (cit. Chiara Corbella): una nascita, una nascita al cielo.
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