E così ci risiamo. Siamo di nuovo in lockdown. Alcuni appunti sparsi al riguardo.
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Di buono c'è che stavolta hanno evitato il nonsenso dei primi 15 giorni
di marzo, quando volevano contemporaneamente a) scuole chiuse, b)
genitori al lavoro e c) lasciamo isolati i nonni. Stavolta hanno evitato
la a) fino a un'età ragionevole, in DAD ci sono ragazzi dai 12 anni in
su.
- Di cattivo c'è il divieto a uscire di casa. Io capisco le
limitazioni agli spostamenti, sicuramente tra regioni, magari anche tra
comuni diversi in zona rossa. Ma l'autocertificazione per uscire di casa
quella no, mi pare inutilmente vessatoria. Dove vai se non hai un posto
dove andare? Già ora in regime di coprifuoco non si vede in giro
nessuno. In più è inverno, mica aprile, c'è già meno gente in giro. In
più sappiamo che in ogni caso all'aperto il rischio è minore. Almeno per
gli sposamenti all'interno del proprio comune potevano risparmiarcela, l'autocertificazione. Che se non sbaglio è un unicum italiano.
Invece la logica è stata opposta: tra una cosa e l'altra restano aperti molti negozi, ma si chiede di non uscire. Non me l'aspettavo.
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Non capisco proprio la cosa delle chiese aperte e funzioni religiose
permesse pure in zona rossa. Rilevo che è l'opposto di marzo-maggio,
quando le messe furono le prime chiuse e le ultime riaperte. Non capisco
questo cambio di rotta. Ok, non ci sono casi di focolai correlati, ci
sono le norme sui distanziamenti, ma questo vale per un sacco di
attività (musei?). La CEI era stata bella remissiva, a marzo, e adesso
c'è pure Bassetti in terapia intensiva. Mi viene il dubbio che qualcuno in qualche
avvocatura abbia segnalato che intervenire sul culto non è proprio
pacifico che sia legittimo, visto che è una cosa che riguarda un
trattato internazionale. Oppure è per garantire qualche funerale, che in
effetti è una misura minima di civiltà che è mancata a tantissimi.
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Interessante la possibilità prevista dal DPCM di applicare a specifici territori classificazioni di rischio diverse dalla regione di appartenenza. Sarebbe buona cosa se si facesse (Napoli e Caserta meriterebbero un
"rosso", Bergamo un "giallo"). Ma dubito fortemente che sarà così.
- Alcuni contatti in cassa al supermercato mi dicono che già oggi c'è gente che ha
fatto quasi 1000€ di spesa, ho già sentito più d'uno che domani si darà
all'accaparramento. Ecco, queste cose non me le spiego. Irrazionalità
a manetta.
- Stavolta ci chiudono in casa ma abbiamo i circenses: il calcio va avanti!
- Comunque voglio vedere quanto durerà, questo fatto del monitoraggio dei dati, dei 21 parametri scientifici, dell'attribuzione automatica delle regioni nelle fasce di rischio. Su queste attribuzioni ci sarà una polemica politica continua. E sì che sarebbe la strada teoricamente corretta, anzi bisognava implementarla almeno un mese fa. Se si fosse fatto prima, le regioni avrebbero visto arrivare le restrizioni.
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