Altre due letture consigliate sul caso Grecia.
Gilioli affronta il tema del deficit di democrazia in Europa, di cui il caso greco sarebbe una spia. E' l'ultimo di una serie di articoli in cui argomenta il tema, con indubbia abilità retorica.
Seminerio (senza volerlo) gli risponde, citando il professor Stevanato, che fa notare come in realtà sarebbe stato poco democratico aiutare la Grecia a fondo perduto. Almeno finché - aggiungo io - l'Europa non sarà disposta a considerare sè stessa come un'unica una nazione, il che farebbe cadere l'obiezione - finora sensata - della destinazione interna delle risorse fiscali prelevate in ogni Paese.
Personalmente mi sembra che Gilioli sia un po' un innamorato tradito di Syriza, anche se lui nega. Mi pare che ci sia rimasto male, e che cerchi di dare la colpa a destra e a manca per questo fallimento.
Però mi pare che a rendere inutili i voti dei greci (prima l'elezione di Tsipras, poi il referendum) non sia un deficit di democrazia, quanto un deficit di realtà, del programma elettorale di Syriza prima, delle pretese del (fumoso) referendum poi.
Non è che se votiamo per un programma che prevede l'abolizione della legge di gravità, il solo voto popolare favorevole rende questa proposta possibile.
Tutto ciò richiama un discorso molto ampio sullla responsabilità dei politici nel fare promesse, la responsabilità degli elettori nell'attribuire il voto, le eventuali ricadute di scelte sbagliate da entrambe le parti, su cui tornerò appena avrò riordinato un po' le idee.
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