Di ritorno dalla Germania (Francoforte) per una fiera, alcune impressioni.
Intanto, continuo a pensare che la famosa efficienza tedesca sia sopravvalutata (lo penso dalla GMG di Colonia...). Il traffico c'è anche là; davanti al nostro alloggio i cassonetti non sono stati svuotati dalla domenica al mercoledì, lasciando cumulare sacchetti e vari rifiuti tutto intorno; il treno urbano una volta si è fermato alla Stazione Centrale senza riuscire per 5 minuti a chiudere le porte (come qua).
A proposito del treno, il biglietto di corsa semplice delle ferrovie urbane a Francoforte (non è la metro, fate conto che sia come i treni di Roma, quelli che fanno Ostia e l'hinterland) costa 4,10€. Va bene che la vita costa qualcosa di più là (nemmeno tanto: un chilo di pane viene 3€, una cena in trattoria 25€-30€ a persona comprese due medie a testa), ma 4,10€ sono proprio tanti. Me ne ricorderò quando si parlerà di come sono belli e puntuali i treni all'estero: qui in Italia paghiamo comunque poco.
Sempre per quanto riguarda i treni, non c'erano né tornelli in ingresso o in uscita (come nella metropolitana) né un controllore: semplicemente si parte dal presupposto che la gente paghi il biglietto.
Forse sta proprio qui la vera differenza tra Italia e Germania: una pervasiva abitudine al rispetto delle regole. In cinque giorni non ci è mai successo di restare senza scontrino, in un caso addirittura siamo entrati in un negozio dopo l'orario di chiusura, quando la padrona stava già facendo le pulizie, e dopo il pagamento di 10€ in contanti ci ha chiesto di aspettare un momento, è andata in un'altra stanza a prendere il blocchetto e ci ha scritto la ricevuta a mano (la cassa era spenta).
Cambiando argomento, in una cena con un italiano, amico del mio capo, che lavora a Francoforte, questi ci raccontava che in Germania è un periodo socialmente tranquillo perché la crisi si sente poco: una decina d'anni fa ci sono state le riforme del lavoro, che hanno creato un po' di disoccupazione, ma poi questa ha cominciato a scendere e non si è fermata neppure per la crisi. A sentire lui, quindi, chi vuole lavorare lavora, magari non sarà pagato tantissimo ma un posto lo trova.
Quando si dice fare riforme lungimiranti...
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