Sabato sera, per festeggiare le dimissioni di Berlusconi, sono andato a sentire lo spettacolo di Travaglio. Spettacolo interessante, anche se un po' ripetitivo, con spunti degni di nota, specialmente nella parte su (anzi: di) Montanelli.
Sono d'accordo con la premessa che ha fatto il giornalista, praticamente in contemporanea con le dimissioni: Berlusconi non c'é più, ma i danni, come scorie nucleari, dureranno ancora per decenni prima di tornare innocui.
Per il resto, a me Travaglio non piace per tutta una serie di motivi (troppo manicheo, troppo "taglia e cuci"), sui quali non mi soffermo e rimando qui e qui.
La stessa sera, centinaia di persone hanno pensato di festeggiare lo stesso avvenimento davanti al Quirinale, a colpi di cori e insulti. Non giudico: non so chi siano e che motivi possano avere. Magari ciascuno di loro è sempre stato un fervente antiberlusconista.
Mi pare però che, al di là di chi era fisicamente presente in piazza a Roma, il sentimento prevalente nel nostro Paese sia quello delle "monetine" e del "finalmente". E' un po' come il 26 luglio, quando tutti si scoprirono antifascisti e "mai-stati-fascisti".
Berlusconi ha avuto solo nel 2008 una maggioranza schiacciante alle elezioni, gli italiani quindi hanno una grossa responsabilità per questi tre anni (e per gli ultimi 17). Oggi non si trova un ex elettore berlusconiano nemmeno a pagarlo, tranne quelli di Fli che del loro essere "ex" fanno un punto di forza.
Sic transit gloria mundi.
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