lunedì 5 settembre 2011

Su Mino Martinazzoli

Ieri è tornato alla casa del Padre Mino Martinazzoli.
Non ho fatto a tempo a conoscerlo bene dal punto di vista politico: il suo ultimo incarico, come sindaco di Brescia, risale al 1998.
Ho avuto modo di apprezzarne la cultura e la franchezza in alcuni incontri pubblici a cui partecipai.
Il suo percorso politico - leggendo le biografie che si incrociano in questi giorni - è stato caratterizzato da alcuni successi, ma anche da molte sconfitte: nelle elezioni politiche del 1994, da ultimo segretario DC, nelle regionali 1998 contro Formigoni, nell'esperienza dell'UDEUR con Mastella.
Il suo essere centrista tutto d'un pezzo è giunto probabilmente fuori tempo massimo: un democristiano doc, vissuto con 15 anni di ritardo.
Colpisce l'assoluta mancanza di qualche voce dissonante dai vari attestati di stima, oggi ma ancor di più negli anni scorsi. E' raro riscontrare una stima così universale per un politico, specialmente della vecchia DC.
Forse questo fatto è stato favorito anche dall'assenza di incarichi di primo piano, che gli hanno evitato di crearsi antipatie e "nemici". Resta il fatto che fosse un galantuomo, la cui specchiata onestà è riconosciuta da tutti.
Politicamente non può non portare parte delle colpe degli anni '80, specialmente per quel che riguarda l'aumento del debito pubblico. Piace però ricordare le sue dimissioni da ministro della Difesa - date, non annunciate... - in disaccordo con la legge Mammì.

1 commento:

  1. Zaccagnini Moro e Martinazzoli, veri galantuomini, eccezioni che confermavano la regola della DC, vecchia? C'è ancora e fa danno

    RispondiElimina